Storico spagnolo.
Studiò ad Alcalà, quindi a Bologna, dove fu allievo di P.
Pomponazzi, infine a Roma e a Napoli. Nel 1536 fu nominato storiografo di Carlo
V e precettore del figlio di lui Filippo. Rigidamente schierato su posizioni
favorevoli alla Chiesa e all'imperatore, scrisse opere storiografiche di scarso
valore
(
De rebus gestis Caroli V e
De rebus gestis Philippi
II); di maggior pregio sono, invece, i lavori più teorici quali il
De fato, con il quale intervenne nella polemica tra Erasmo da Rotterdam e
Lutero sulla libertà dell'arbitrio umano, e il dialogo
Democrates
alter sive de iustis belli causis apud Indos (pubblicato postumo nel 1892 ma
che ebbe gran fortuna presso i suoi contemporanei nella versione manoscritta),
nel quale sostenne, contro Las Casas, il diritto degli Spagnoli ad assoggettare
gli Indiani (Mariano, Córdoba 1490-1537).